Nel panorama dell’innovazione e della risoluzione sistematica dei problemi, il concetto di idealità rappresenta un pilastro fondamentale per guidare lo sviluppo evolutivo dei sistemi. La seconda legge evolutiva di TRIZ, nota come “Legge dell’Idealità”, descrive il percorso attraverso cui ogni sistema si evolve per massimizzare gli effetti utili e minimizzare quelli dannosi. Questo principio non solo consente di progettare soluzioni funzionali ed eleganti, ma anche sempre più efficienti e sostenibili.
Cos’è l’Idealità?
L’idealità è l’obiettivo ultimo che ogni sistema persegue nel suo processo evolutivo. Ogni sistema (sia esso tecnologico, organizzativo, o altro) evolve nel tempo per soddisfare requisiti sempre più elevati richiesti da clienti e organizzazioni sempre più esigenti.
Se definiamo il VALORE di una qualsiasi soluzione come il rapporto tra Utilità e Problemi, appare evidente che la sua evoluzione avrà successo solo se il suo Valore potrà aumentare.
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In altre parole, Evoluzione esiste solo se la nuova soluzione porterà maggiori vantaggi al cliente riducendone costi e problemi.
In realtà la tecnologia o l’organizzazione arriva al culmine della sua curva evolutiva e lì ferma il suo sviluppo, ma la funzione che svolgeva continua a crescere nell’evoluzione di un’altra tecnologia/organizzazione che ovviamente è in grado di perfezionare meglio della prima tale funzione.
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Un esempio classico è rappresentato dal passaggio dai palloni aerostatici ai dirigibili e successivamente agli aeroplani, una sequenza in cui ogni tecnologia ha soppiantato la precedente grazie a performance superiori, pur mantenendo l’obiettivo di fondo: il trasporto aereo.
Il Valore di una funzione, ovvero il rapporto tra effetti utili ed effetti dannosi, dunque, continua sempre a crescere fino a raggiungere l’idealità.
Si definisce soluzione Ideale la soluzione (puramente teorica) verso cui ogni sistema tecnologico inevitabilmente si evolverà.
Pensando in termini di soluzione Ideale è facile comprendere che questa identifichi la direzione inevitabile verso cui ogni tecnologia/organizzazione tende. Dunque se oggi vogliamo investire per far evolvere il nostro prodotto, il nostro processo o la nostra struttura organizzativa, è opportuno che immaginiamo quale potrà essere la soluzione ideale.
Ad esempio, se consideriamo un qualsiasi mezzo di trasporto come una soluzione capace di portarci dal punto A al punto B, possiamo subito immaginare che la soluzione ideale non possa che essere altro che il teletrasporto. Fa sorridere, forse, ma questa è una soluzione che fornisce solo funzionalità senza particolari problemi (almeno per chi la usa).
Sulla base di questo semplice esempio, si comprende che un sistema ideale riesce a fornire le funzioni richieste “senza esistere realmente,” ovvero utilizzando risorse minime dell’utilizzatore tuttavia generando per esso il massimo valore possibile. Questo concetto implica il più delle volte l’eliminazione fisica del sistema, e quindi il raggiungimento di un sempre maggiore valore considerando benefici e costi.
Il Percorso Verso l’Idealità
Il progresso evolutivo di un sistema si concretizza attraverso l’aumento degli effetti utili e la riduzione degli effetti dannosi. Questo processo può essere applicato a molteplici ambiti, come:
- Progettazione di nuovi prodotti: sviluppare soluzioni che integrino funzionalità complesse mantenendone semplicità d’uso, spesso trasferendo tali funzioni all’esterno della tecnologia originale. Si pensi ad esempio alla possibilità di ascoltare musica con tecnologia MP3, tempo fa archiviata in un iPod con limitate capacità di memoria. Il sistema si è poi evoluto con il trasferimento della funzione “archivio musica” al cloud, eliminando quindi la necessità di un oggetto fisico come l’iPod a favore di soluzione non-hardware come, ad esempio, Spotify.
- Progettazione di nuovi processi: analogamente ai prodotti, è possibile “immaginare” la soluzione ideale di un processo industriale per eliminare fasi inutili se non addirittura dannose.
- Ottimizzazione di organizzazioni esistenti: ridurre il numero delle sottostrutture, rendere tutto orizzontale, velocizzare le fasi decisionali, ecc, sono tutte attività che fanno evolvere l’organizzazione verso la sua idealità
Strumenti per Analizzare e Migliorare l’Idealità
Uno strumento utile per il miglioramento dell’idealità è l’Analytic Hierarchy Process (AHP), che permette di valutare e classificare gli effetti utili e dannosi di un sistema in ordine di importanza. L’AHP, sviluppato da Thomas Saaty negli anni ’70, è una tecnica di supporto alle decisioni che combina aspetti quantitativi e qualitativi per identificare le migliori soluzioni.
L’AHP consente di:
- Confrontare diversi parametri “uno a uno” per ottenere una valutazione più precisa.
- Integrare criteri qualitativi come l’impatto ambientale o la soddisfazione del cliente.
- Stabilire una scala gerarchica di priorità per guidare il processo decisionale.
Esempi Pratici di Applicazione della Seconda Legge Evolutiva
1. Sviluppo di Materiali Innovativi
Immaginiamo un materiale utilizzato per la costruzione di edifici: tradizionalmente, si potrebbe pensare a calcestruzzo o acciaio. L’evoluzione verso l’idealità potrebbe consistere nell’introduzione di un materiale che sia:
- Più leggero ma ugualmente resistente.
- Ecosostenibile, riducendo le emissioni di CO₂ nella produzione.
- Più economico, senza comprometterne la qualità.
2. Sistemi di Trasporto
Un altro esempio può essere un veicolo a guida autonoma. L’idealità si manifesta:
- Riducendo incidenti (effetti dannosi).
- Aumentando efficienza energetica e comfort (effetti utili).
- Eliminando la necessità di un conducente, utilizzando sensori e intelligenza artificiale.
Sfide nella Quantificazione dell’Idealità
Sebbene il concetto di idealità sia intuitivo, la sua quantificazione può essere complessa. Ad esempio:
- Criteri intangibili: Come misurare l’impatto emotivo di un prodotto su un cliente?
- Effetti a lungo termine: La riduzione dell’inquinamento può avere benefici visibili solo dopo anni.
Per affrontare queste sfide, è fondamentale adottare un approccio sistematico basato sull’analisi delle contraddizioni e sull’identificazione delle risorse disponibili.
Conclusione: La Strada Verso il Sistema Ideale
La seconda legge evolutiva di TRIZ ci insegna che l’innovazione non è solo una questione di aggiungere funzionalità, ma di creare soluzioni che migliorino la vita delle persone minimizzando i costi, gli sprechi e l’impatto negativo. Utilizzando strumenti come l’AHP e i principi di TRIZ, è possibile guidare lo sviluppo dei sistemi verso un ideale sempre più elevato, contribuendo al progresso tecnologico e sociale.